Luigi Sandri
a cura di Vincenzo Vitale
18 marzo 2022
@Credere
Il conflitto e l'ortodossia
Il tragico conflitto militare in corso tra la Russia e l’Ucraina, Paese aggredito, sta avendo serie conseguenze anche sul piano ecclesiale nel complicato panorama delle Chiese ortodosse. Una vicenda non marginale, che si intreccia con la politica recente e la storia remota.
In questo Zoom vi offriamo una guida per capire come è “suddivisa” la complessa “galassia” ortodossa in Russia e in Ucraina, lo sfondo storico da cui nasce l’organizzazione attuale delle Chiese ortodosse, il motivo dell’appoggio del patriarca di Mosca, Kirill, all’avventura militare di Putin, la reazione di altri leader ortodossi nel mondo alle dichiarazioni di Kirill a sostegno di Putin.
Il rischio è ora una ulteriore frammentazione delle Chiese ortodosse. Ci guida nel percorso Luigi Sandri, giornalista ed esperto di questioni ecumeniche.

Ucraina-Russia, una “guerra” anche religiosa: perché?
L'ortodossia in Ucraina, da tre anni, è divisa in due Chiese contrapposte: la Chiesa ortodossa ucraina (COU), la più numerosa per numero di vescovi, di popi (preti) e parrocchie, e la Chiesa autocefala ortodossa ucraina (CAOU). Perché questa divisione?
Ai tempi dell’Urss, l’Ucraina era un esarcato del patriarcato di Mosca; con il crollo dell’Unione Sovietica e l’indipendenza del Paese, quella struttura si spacca in tre (recuperando anche alcune alcuni gruppi minori): piccola Chiesa autocefala, patriarcato di Kiev (guidato dal metropolita Filaret, scomunicato dalla Chiesa russa), e Chiesa ucraina, legata a Mosca.
Nel settembre 2018 Bartolomeo, patriarca ecumenico di Costantinopoli e primus inter pares (“primo tra pari”, ndr) dei patriarchi e primati delle quattordici Chiese ortodosse autocefale, rende noto di voler proclamare l’autocefalia della Chiesa ucraina, facendo confluire in essa tutte le Chiese ortodosse del Paese. Una idea, secondo Mosca, suggeritagli dal presidente Donald Trump per indebolire la Russia!

Nell’Ortodossia, le Chiese autocefale sono canonicamente indipendenti, ciascuna senza interferenze delle altre, considerate però sorelle, alle quali sono legate dalla stessa fede cristiana e fedeltà ai primi sette Concili ecumenici (quelli svoltisi dal 325 al 787).
Kirill, patriarca di Mosca, respinge con sdegno l’idea dell’autocefalia ucraina.
Ma il 15 dicembre di quell’anno, sotto l’alto patronato del presidente Petro Poroshenko, a Kiev si tiene un “Concilio della riunificazione” che propone la creazione della CAOU. La COU, però, rifiuta assolutamente di entrarvi.
Nel gennaio del 2019 Bartolomeo, con un tomos (decreto) accoglie formalmente la richiesta. Il patriarcato russo considera questa decisione un atto scismatico, preso contro la sua volontà, e in un Paese che la Chiesa di Mosca considera suo “territorio canonico”, cioè sottoposto alla sua giurisdizione. Dunque taglia la comunione eucaristica con lui.