Spuntini libreschi

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09 febbraio 2021

di Carlotta Testoni



Libri per lettori affamati.

L’ICKABOG
di J. K. Rowling


Salani editore, pagg. 300

J.K. Rowling è l’autrice della saga di Harry Potter, le cui vicende hanno appassionato lettori di tutte le età, rivelandosi una “terra di mezzo” dove adulti e giovani hanno potuto finalmente dialogare e capirsi.

Questo libro esce in edizioni diverse in ogni nazione, perché è illustrato con i disegni che i bambini hanno fatto secondo la sensibilità artistica della propria cultura.

La storia segue le classiche strutture del famoso Propp: in un regno lontano tutti sembrano felici. In realtà nel Nord del paese le cose non vanno molto bene e nelle paludi si nasconde un mostro leggendario: l’Ickabog. Due bambini “salveranno il mondo”, portando vera giustizia, vera fratellanza e vera gioia.

Antonio D’Orrico, uno dei critici letterari più severi, ha proposto, dopo questo libro, di conferire alla Rowling due Nobel: uno per la letteratura e uno per la pace.

Da leggere per voi, per i vostri bambini, nipoti, alunni. E speriamo lo legga anche qualche imperatore, re o presidente.

Il treno dei bambini

di Viola Ardone

Einaudi, pagg.200

Nel nostro secondo dopoguerra, e precisamente tra il 1946 e il 1952, migliaia di bambini meridionali, su iniziativa del Partito Comunista, vennero affidati per alcuni mesi a famiglie del Nord e del Centro Italia, per strapparli almeno temporaneamente alla loro terribile miseria. E furono i semplici, alla fine, i contadini e gli artigiani, ad accogliere con affetto questi ragazzini, nutrendoli di cibo, istruzione e affetto, e continuando ad aiutarli, in molti casi, anche dopo il loro rientro a casa.

Vi furono anche parecchi casi di adozione o affido permanente.

Un luminoso e autentico esempio di carità “laica”, anzi, comunista alla “Peppone”, che servì anche ad unire un po’ un paese che durante il conflitto era stato ulteriormente diviso tra Sud, occupato dagli alleati nel ’43 e di fatto fuori dall’invasione nazista, e il Nord dove la guerra durò ancora due terribili anni.

Il libro si ispira dunque a questo episodio della nostra storia, episodio poco conosciuto e in certa misura duro, anche se straordinario, e il risultato è un romanzo tenero, potente e delicato insieme, ironico e profondo.

Protagonista e io narrante è Amerigo, sveglio “scugnizzo” napoletano di sette anni che, insieme a amici e compagni di scuola, viene caricato sul “treno dei bambini”:

lo vediamo conoscere un nuovo dialetto, nuovi cibi (la mortadella!), un clima gelido e diverso, mentre attraverso i suoi occhi si colgono i nuovi paesaggi della campagna padana, la scoperta della neve e della nebbia e anche di un ambiente più sereno, ricco di affetto e solidarietà. E insieme vediamo un’Italia che si rialza dalla guerra, sia pure faticosamente.

Con una prosa magistrale, lieve e perfetta, Viola Ardone racconta questa storia particolare, senza occultarne alcun aspetto, anzi, rispettando la straziante doppiezza della vita di Amerigo e dei suoi compagni, la perdita della mamma e la sconfitta della fame, le radici recise e la nuova serenità, la “protezione” imposta dall’alto e allo stesso tempo provvidenziale.

Un bellissimo libro, caso editoriale all’”ultima” Fiera di Francoforte, in corso di traduzione in 25 lingue: una storia dell’Italia semplice e generosa del secondo dopo guerra che dice tanto anche agli italiani di oggi.

Cambiamo strada
Edgar Morin

 

Raffaello Cortina pagg. 110

Dopo il bell’articolo di Daniele Rocchetti sul Sant’Alessandro”, aggiungo questa breve scheda su questo interessante libricino.

Dunque Edgar Morin è il celeberrimo filosofo e sociologo francese, grande saggio e lungimirante interprete della nostra epoca.

Alla ragguardevole età di 99 anni ha dato alle stampe questo libretto, una sorta di testamento culturale e contemporaneamente profezia per il mondo che verrà, dopo la pandemia.

Il testo inizia con una brevissima autobiografia, quasi un riassunto della sua vita che ha attraversato il Novecento e le sue catastrofi.

Segue una parte intitolata Le 15 lezioni del Coronavirus in cui, con agili e chiari paragrafetti ci spiega quali “lezioni di vita e di pensiero” ci abbia offerto l’attuale pandemia. Ben inteso, se noi vogliamo fermarci a riflettere e considerare. Una seconda parte, intitolata Le sfide del post-Corona illustra con lucida spietatezza i problemi e le crisi, ad ogni livello e di ogni tipo, che ci troveremo davanti dopo.

E’ proprio come se Morin ci parlasse: "Ora che vi ho detto tutto in modo chiaro, semplice e brutale… nessuno potrà fingere di non sapere cosa ci accadrà."

Infine, perché è proprio questo che fa dell’autore un uomo speciale, con l’entusiasmo e la limpidità di un ventenne, traccia in poche pagine, preziose linee di azione e di pensiero da seguire. E fa specie che un laico dichiarato come lui, citi continuamente Pascal e ammetta, senza imbarazzo di essere spesso d’accordo con papa Francesco su cosa occorra all’umanità per cambiare strada.

Certo, non è proprio una lettura da fare sotto l’ombrellone, ma con questo freddo si può stare tranquilli sul divano con un libro come questo, interessante e proiettato al futuro…