Spuntini libreschi

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16 marzo 2021
di Adriano Marconi


Il “canto della pianura” di Kent Haruf: la trilogia di Holt

 

Holt non esiste, non cercatelo sulle mappe. Ma la vita che vi si svolge è reale, quella sì.

La contea di Holt è il luogo immaginario, situato nelle pianure e nel paesaggio rurale del Colorado, in cui Kent Haruf ha ambientato i suoi romanzi; tra questi i tre della cosiddetta Trilogia della pianura.

I romanzi che la compongono sono, in ordine di apparizione negli Stati Uniti: Canto della pianura (1999)Crepuscolo (2004)Benedizione (2013).


In Italia sono apparsi invece a partire dall’ultimo, tutti per NNE (NN Editore) e tradotti da Fabio Cremonesi.

Anche se l’autore parla di una “loose trilogy” (una trilogia larga, sciolta, slegata) e i personaggi e le loro vicende sono facilmente rintracciabili pure se non si segue l’ordine di scrittura, leggerli nell’ordine in cui sono stati scritti permette forse di gustarli meglio.


Kent Haruf (1943-2004), figlio di un pastore metodista e di un’insegnante, obiettore di coscienza durante la guerra del Vietnam, dopo aver svolto diversi lavori come operaio, bracciante, bibliotecario, assistente sanitario, è approdato infine alla scrittura. Ha anche insegnato per molti anni in corsi di scrittura creativa.


Può valere per le sue opere quanto lui stesso affermava di Faulkner e di Hemingway: “Ero semplicemente scioccato da ciò che riuscivano a fare sulla pagina, era come se le parole si sollevassero, come se emanassero una specie di aura iridescente, come se le storie fossero sante, sacre, le cose più importanti al mondo”.

Storie capaci di coinvolgere ogni lettore perché uniche ma universali allo stesso tempo.

 

Canto della pianura

di Kent Haruf - NN editore, 2015, pagg. 304

Tom Guthrie, professore presso il liceo locale, si trova in un momento difficile a scuola ma soprattutto in famiglia dove si occupa da solo dei due figli, perché la moglie sta attraversando un periodo buio che la porta a trascorrere le sue giornate a letto chiusa in una stanza…


La giovane Victoria Roubideaux deve affrontare una gravidanza inaspettata e l’abbandono da parte di sua madre, che non vuole saperne nulla di lei e del bambino…

I fratelli McPheron, Harold e Raymond fin da giovani vivono da soli nella fattoria di famiglia, dedicandosi all’allevamento del bestiame…

Maggie Jones, collega di Tom Guthrie, tesse i fili che porteranno i vari personaggi ad incontrarsi.

I protagonisti di Canto della pianura sono diversissimi tra di loro, ma le loro vite, all’inizio così distanti, sono destinate ad incrociarsi in un racconto corale che ha per sfondo la città di Holt.

Crepuscolo
di Kent Haruf
 - NN editore, 2016, pagg. 320

 

In Crepuscolo ritroviamo i medesimi personaggi alcuni anni dopo gli avvenimenti narrati nel precedente romanzo.

Victoria, che si occupa ora della figlia Katie, decide di riprendere gli studi e di iscriversi all’università, allontanandosi da Holt e dalla sua nuova famiglia: i fratelli McPheron.

Il professor Tom Guthrie e Maggie Jones affrontano situazioni che ci portano a fare la conoscenza di nuovi personaggi…

Il piccolo DJ, orfano, si prende cura del nonno…

Betty e Luther Wallace vivono con i due figli in una roulotte e vengono seguiti da un’assistente sociale. Con loro il fratello di lei, un uomo violento.

Nuove storie, vicende che si intrecciano, ma sempre un modo di narrare attento alla quotidianità delle vite dei personaggi, ai loro problemi, alle loro scelte. E soprattutto lo sguardo di Haruf che racconta, non giudica, non condanna, anzi mostra quasi sempre pietà e comprensione.

 

Benedizione
Kent Haruf - NN editore, 2015, pagg. 280

Ancora Holt, ma nuovi personaggi.

Dad, malato terminale, sa che quella appena iniziata sarà la sua ultima estate:

“Se ne stava seduto nella veranda davanti a casa, sorseggiando la birra e stringendo la mano della moglie. Il fatto era che stava morendo. È di questo che parlavano. Prima della fine dell’estate sarebbe morto.”

Intorno a lui figure e vicende della sua famiglia e della comunità cittadina, eventi e segreti con cui molti dovranno cercare di fare pace.

Lorraine, figlia di Dad e Mary, torna a Holt da Denver, dove si era trasferita, per assistere i genitori…

La loro vicina di casa Berta May vive con la nipotina Alice, orfana di madre…

Willa e Alena Johnson, madre e figlia, vivono da sole in un piccolo ranch…

Il reverendo Lyle, da poco giunto in città da Denver, nasconde il segreto di essere stato cacciato dalla propria congregazione.

Ma soprattutto, Dad, le sue scelte, i suoi errori, i suoi fantasmi: la fuga da casa del figlio Frank che non è più tornato, il licenziamento di Clayton, un dipendente del suo negozio di ferramenta che aveva tradito la sua fiducia...

Un linguaggio semplice ma efficace, un modo di narrare quasi sussurrato, senza mai alzare la voce per narrare le vite, la vita.

 

Ecco, la vita: con speranze e delusioni, abbandoni e solitudini, rimpianti e vergogne, gesti ordinari e felicità inaspettate, cadute e voglia di ricominciare, ferite e cicatrici.

Come nella poesia di Piedad Bonnett (Colombia, 1951), che ha per titolo proprio Le cicatrici:

 

Non c’è cicatrice, per quanto sembri brutale,
che non racchiuda bellezza.
Una storia puntuale in essa si racconta,
qualche dolore. Ma anche la sua fine.
Le cicatrici, infatti, sono le cuciture
della memoria,
un ritocco imperfetto che ci guarisce
facendoci male. La forma
che il tempo trova
perché mai dimentichiamo le ferite.