Fedi e creato: il bene comune secondo i Bahà'ì

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La preoccupazione verso l’evoluzione del rapporto tra uomo e ambiente interroga oggi tutti, anche le persone e le comunità che si riconoscono in una religione. In realtà, il rapporto tra spiritualità e creato ha radici profonde e antiche, con indicazioni anche nei Testi Sacri.
Per approfondire, abbiamo interpellato direttamente alcuni credenti, che ci offrono il loro punto di vista.

Elena Sarzilla


Di / Gigliola Zanoli

La parola chiave: unità.

Nei testi sacri: negli scritti di Baha’u’llah ci sono
moltissimi riferimenti. Tra questi:
“Per certo, ogni uomo sagace, quando cammina sulla terra si sente umile, essendo pienamente consapevole che la sorgente della sua prosperità, ricchezza, forza, esaltazione, progresso e potere è, come Dio ha ordinato, quella stessa terra che i piedi di tutti gli uomini calpestano.
Senza dubbio chiunque riconosca questa verità è purificato e santificato da ogni orgoglio, arroganza e vanagloria

Nella vita: Per i Bahá’í lo scopo dell’esistenza è l’avanzamento di una civiltà in continuo progresso. Tale civiltà potrà essere costruita soltanto su una terra che sia in grado di sostentarsi.
L’impegno di proteggere l’ambiente è dunque un elemento fondamentale della Fede Bahá’í. Oltre a trattare il tema su un fondamentale livello spirituale, è incoraggiata la collaborazione con individui e gruppi interessati al miglioramento dell’ambiente.
Anche le imprese sono chiamate all’armonia con il ritmo di vita della comunità.
“Se vogliamo assicurare la salvezza dell’uomo bisogna ristrutturare la vita interiore e l’ambiente esteriore” (segretario di Shoghi Effendi).



Babel – Bergamo Città dei Mille Mondi 
è la rivista semestrale gratuita delle Acli di Bergamo, nata all'interno del laboratorio di Molte Fedi per offrire alla cittadinanza uno strumento per conoscere e comprendere le trasformazioni della nostra città