Spuntini libreschi

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6 aprile 2022
di Carlotta Testoni

DON GIOVANNI NICOLINI
IL CANTO DEI POVERI DA’ RITMO AL MIO PASSO
Colloquio a cura di Daniele Rocchetti
I libri di MOLTEFEDI
Pagg. 93

Questo libretto, che raccoglie un racconto della propria vita fatto da don Giovanni a Daniele Rocchetti, è molto prezioso.
Quando leggo qualcosa o ascolto parlare don Giovanni mi sento come quando con i miei genitori correvamo ai concerti europei di Arthur Rubinstein, il sommo pianista polacco.
Aveva più di ottant’anni, la sua vista declinava e ogni suonata aveva il sapore di un addio.

Don Giovanni è così, un regalo di Dio per chiunque lo abbia conosciuto, letto, ascoltato.
Anch’ egli ha doppiato gli ottanta e, se il suo cuore rimane quello di un bambino, l’ombra della vecchiaia comincia a stendersi su di lui.

Don Giovanni Nicolini nasce a Mantova, la più emiliana delle città lombarde, da una famiglia benestante, cattolicissima, di quel cattolicesimo liberale a cui la Chiesa pre-conciliare stava un po’ stretta.

Nella sua giovinezza ha avito la fortuna di incontrare frequentatori straordinari della casa paterna: Primo Mazzolari, Giorgio la Pira, Arturo Benedetti Michelangeli, Giuseppe Dossetti che insieme al cardinal Giacomo Lercaro ha segnato definitivamente la sua vita.

Dopo la laurea in Filosofia alla Cattolica di Milano, dove divenne amico di Romano Prodi e sostenne esami con Severino, Bontadini la Vanni Rovighi, Giovanni andò a studiare Teologia alla Gregoriana di Roma.
Qui respirava con i suoi compagni l’aria del Concilio Vaticano II e si apriva alle grandi prospettive e alle speranze, in parte disattese, che ne seguirono.

Arrivò a Bologna per stare vicino a Lercaro e Dossetti, e dopo un diaconato di cinque anni, venne ordinato sacerdote nel 1972,  - tra le lacrime di moltissime ragazze- chiosa Romano Prodi.

Da qui la sua “carriera” si potrebbe dire che non è mai decollata, nel senso umano del termine: è stato a S. Giovanni in Persiceto, a Sammartini,  alla Dozza, cioè al carcere di Bologna

Già da diacono, aiutato nel discernimento da don Giuseppe Dossetti, pone le basi del gruppo che verrà chiamato Le famiglie della Visitazione, strettamente collegate alla Piccola Famiglia dell’Annunziata, fondata dallo stesso Dossetti.

Una comunità nata da amici sia bolognesi sia mantovani, sia celibi sia coniugati, che scelgono di fare vita comune; alcuni verranno ordinati, altri diverranno diaconi.
Tutti collaborano alle innumerevoli iniziative che in qualche modo fanno capo a don Giovanni.
Il cardinale Biffi, arcivescovo di Bologna dal 1984 al 2003, coinvolge Nicolini in molte attività, compresa la direzione della Caritas diocesana e l’assistenza spirituale all’Ospedale S. Orsola.

Come si vede, una vita lontana dai palazzi del potere, vicino ai “poveri” di ogni sorta, con un particolare amore per i carcerati, “i più poveri che esistano, persone che - solo un miracolo del Signore poteva evitare fossero trascinati a dare il peggio di sé.

Il miracolo è passato per tanti attraverso don Giovanni e i suoi amici delle Famiglie della Visitazione.
Queste poche note non possono certamente dare l’idea di chi sia don Giovanni e chi siano le donne e gli uomini della sua comunità.
Ma leggetevi questo prezioso libretto e almeno la musica dei poveri potrete sentirla.
C’è anche una bella introduzione del cardinale Zuppi e una ancor più bella postfazione di Romano Prodi.