Migranti climatici

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Parlare di migranti climatici ci permette di analizzare da vicino e sotto nuove prospettive la nostra condizione: siamo tutti potenziali profughi climatici.

Di / Marta Palvarini



Diamo per assodato il riconoscimento della crisi climatica in corso. Uno dei problemi più evidenti che riscontriamo nei confronti di questa dimensione di cambiamento risiede nella difficoltà di percepirne le conseguenze. Una difficoltà di fare esperienza in prima persona di questi mutamenti.

 
Questo perché i cambiamenti a livello climatico coinvolgono l’intero globo e risultano così difficili da localizzare. Richiedono un ragionamento su di una scala temporale sovra-umana, per cui è complesso etichettare un singolo evento climatico come conseguenza della crisi in corso, ma è necessario considerare i fenomeni in una prospettiva temporale più ampia. Risultano “perturbanti” nel loro mettere in discussione punti di riferimento della quotidianità degli individui. 

Una volta riconosciuta la comune difficoltà di percezione dei cambiamenti climatici in corso, un esercizio ci aiuta a comprendere il fenomeno delle migrazioni ad essa connesse, che propongo di fare di seguito.

Proviamo ad immaginare brevemente una biografia della nostra vita.
A differenza di quello che probabilmente ci verrebbe di fare, proviamo a raccontarla legando i nostri ricordi a ciò che in quel momento avveniva nell’ambiente naturale circostante, a particolari eventi climatici verificatisi e alle risorse naturali a disposizione.

 

Come era il tempo il giorno in cui sono nato? Ho ricordo di alcuni eventi climatici inattesi - terremoti, inondazioni, maremoti - durante gli anni della mia crescita? Come ho visto cambiare il territorio in cui ho vissuto e le sue risorse? Sono solo alcune delle domande da cui poter partire.

La difficoltà che dimostriamo nello svolgere questo esercizio mostra la nostra fatica nel percepire gli effetti del cambiamento climatico sulla nostra quotidianità.

Il cambiamento climatico è considerato come “un moltiplicatore di minacce” (NATO, 2014).
Questo significa che influenza la quotidianità di tutti gli individui, in gradi differenti. L’ONU ha proposto una classifica dei diversi paesi del mondo rispetto al grado di vulnerabilità a cui il cambiamento climatico espone i loro cittadini.
Sono molteplici i fattori che partecipano a tale condizione: l’intervento dello stato nella prevenzione delle minacce, le risorse a disposizione dei cittadini per tutelarsi da tali eventi, la presenza di conflitti armati nei territori o di situazioni di instabilità socio-economica.

Date queste premesse, è utile considerare l’influenza del cambiamento climatico sui processi migratori analizzando due piani.
Innanzitutto, in quanto moltiplicatore di minacce, è necessario considerare l’influenza del cambiamento climatico in tutti i processi migratori.
Significa proporre e riformulare il gioco esercizio delle diverse esperienze migratorie, per poter acquisire una maggiore consapevolezza riguardo alla sua influenza sui diversi contesti di vita.

Un secondo elemento riguarda, invece, l’esperienza di coloro che vengono definiti profughi climatici. Ovvero coloro per i quali le principali cause di spostamento sono riconducibili alla crisi climatica in corso.
Nonostante la mancanza sul piano giuridico dell’individuazione di tale categoria, numerosi sono gli studi che dimostrano la correlazione fra un aumento degli eventi atmosferici riconducibili al cambiamento climatico e l’aumento di processi migratori in relazione ad esso.

Rendere in cifre la dimensione di tale fenomeno migratorio è particolarmente complesso, proprio perché eventi riconducibili al cambiamento climatico influenzano tutti i processi migratori odierni e futuri, e perché, a differenza di altri spostamenti, spesso quelli causati da un cambiamento delle condizioni naturali dei territori portano a spostamenti interni, difficilmente analizzabili.
L’IOM - International Organization for Migration - parla di 200 milioni di sfollati interni per motivi legati al cambiamento climatico entro il 2050.

Visto che le cifre sono spesso poco incisive, mi sembra più interessante proporci di ripensare alla nostra esperienza rispetto ai contesti naturali in cui siamo inseriti e riproporci di considerare di fronte ad ogni esperienza di vita questo esercizio: quanto l’ambiente e le sue risorse influenzano le nostre scelte?

È necessario ripensare alla nostra dipendenza dai contesti naturali in cui siamo inseriti, per poter pensare di cogliere e percepire la pervasiva influenza che il cambiamento climatico in corso ha sulla quotidianità degli individui in tutto il mondo.

 


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