SBIRCIARE LA BELLEZZA
di Rosella Ferrari
Riprendono i nostri appuntamenti alla scoperta di luoghi o particolari che magari non conosciamo benissimo.
La nostra splendida città ne è ricca e scoprirli è sempre un piacere e un’emozione.
Quindi ripartiamo alla ricerca di “tesori”, più o meno nascosti, attraverso i quali potremo magari riscoprire pezzi della nostra storia.
E succederà anche che, davanti a un particolare, magari piccolo, ci rendiamo conto di essere davanti alla bellezza…
IL QUADRATO MAGICO
La sorpresa di oggi è davvero… sorprendente!
È un argomento che mi ha sempre intrigato, anche perché, anno dopo anno, diversi studiosi continuano ad avanzare ipotesi sul suo significato e sul suo scopo.
Ma la verità, credo, non è ancora stata trovata...
Ma andiamo con ordine.
Quello di cui sto parlando è il famoso quadrato magico, o “sator”, che potete vedere qui sotto in una delle sue raffigurazioni (1). Lo si trova nella parete nord del Duomo di Siena ed è il primo che ho visto: da lì è nata la mia curiosità.
Si tratta di un’iscrizione latina composta da 5 parole (SATOR, AREPO, TENET), oltre a OPERA e ROTAS, disposte in modo da creare una forma quadrata nella quale queste parole si ripetono leggendole da direzioni diverse.
Ad esempio, la parola SATOR si può leggere in alto da sinistra a destra e dall’alto in basso, ma anche in basso da destra a sinistra e dal basso all’alto; ovviamente negli ultimi due casi una normale lettura ci porta a vedere la parola ROTAS, cioè SATOR a rovescio.
La stessa cosa accade con la parola AREPO, che diventa OPERA mentre la terza, TENET, che è quella centrale, è palindroma (si legge uguale da destra o da sinistra) e forma, incrociandosi sulla N, una croce. Le 5 parole formano una frase, anch’essa palindroma perché rimane uguale se letta da sinistra a destra e viceversa o dall’lato al basso e viceversa.
Possiamo così leggere indifferentemente SATOR OPERA TENET AREPO ROTAS da sinistra a destra o da destra a sinistra…
È un enigma letterale e palindromo davvero sorprendente e affascinante, che richiama i quadrati magici numerici.
La maggior parte degli studiosi si trova d’accordo nell’affermare che si tratti di parole latine, anche se in qualche caso (come ad esempio per AREPO), si è ipotizzata un’origine celtica.
Tra le chiavi di lettura più condivise ci sono quella che traduce le parole del quadrato di Sator in “Il seminatore sul suo carro dirige le ruote”, ma anche quella che ipotizza “Dio domina e regge le opere del creato e ciò che la terra produce”. La più gettonata finora è però “Dio dirige e giudica l'intero universo”.
E le interpretazioni si susseguono ancora oggi.
Il quadrato del Sator appare in molti luoghi in Europa; per citarne solo alcuni, i sotterranei di Santa Maria Maggiore a Roma, il Duomo di Siena, la Certosa di Trisulti in Italia, ma anche in Francia, in Inghilterra, in Svizzera, in Portogallo, in Spagna, in Ungheria… Ancora le stesse parole, ma disposte in forma circolare, si trovano in Italia e in altri paesi europei. Quello che vedete sotto (2) è quello che si trova inciso nel chiostro dell’Abbazia di Valvisciolo ed è stato inciso in forma circolare e radiale e fino ad oggi sembrerebbe l’unico.
Per molto tempo gli studiosi si sono trovati d’accordo sulla “radice” cristiana di questo simbolo, perché si trova soprattutto nelle chiese e nelle abbazie medioevali.
Uno studioso recentemente ha fatto una curiosa e intrigante correlazione tra il quadrato del Sator e i quadrati magici numerici: unendo e sovrapponendo lettere e numeri ha ottenuto il tracciato della tradizionale croce dei Templari! È ancora presto per capire se questa ipotesi possa essere condivisa; certo è che anche in molti luoghi dei Templari si trova il Sator.
Nei primi anni del ‘900 un pastore evangelista, F. Grosser, scoprì che le lettere del "quadrato" potevano essere estrapolate e disposte a formare una croce composta dalle parole “paternoster” sia in orizzontale che in verticale e ciascuna delle due era preceduta e seguita da una A e da una O, che Grosser interpretò come l’Alfa e l’Omega dell’Apocalisse.
Infine, nel 1925 a Pompei venne rinvenuto un esemplare del Quadrato del Sator che essendo precedente alla distruzione della città (79 d.C.) è sicuramente il più antico finora ritrovato: ha quasi 2000 anni e lo trovate qui sotto (3).
Questi quadrati si trovano spesso scolpiti su pietre, più raramente graffiti direttamente sulle pareti, come nel caso di Pompei.
Saltiamo spazio e tempo e ci spostiamo vicinissimi a noi, per la precisione a Brusaporto. Mi pare di sentire la vostra perplessità… Calma, calma. Seguitemi.
Nel medioevo, intorno al XII-XIII secolo, il borgo di Brusaporto aveva un castello. Di proprietà dei Rivola, antica famiglia bergamasca di fede guelfa, era stato costruito, come spesso accade, sulla collina ed era circondato da una cinta muraria di protezione. Venne distrutto intono al 1380 nel corso di una sanguinosa battaglia tra guelfi e ghibellini e di esso rimangono, oggi, poche rovine oltre a tratti del muro di cinta.

Quando un amico mi ha raccontato della strana pietra che si trovava nel paese dove vive, la curiosità è esplosa e sono andata a cercarla.
Percorrendo la via Castello in salita, mi sono trovata sulla sinistra il muro di cinta, di conci non regolari.

Già mi stavo chiedendo come avrei potuto scoprire la “mia” pietra quando improvvisamente mi è apparsa sotto gli occhi, quasi volesse farsi trovare… È un blocco di arenaria, diversa dalle altre pietre che compongono il muro e anche il colore può avermi aiutato a scovarla.

Eccola qui: scolpita nella parte sinistra di un blocco di pietra rettangolare, ha purtroppo perduto parte della riga più in basso, ma è indiscutibilmente un Quadrato del Sator!


Non vi dico altro… Credo che questo quadrato sia davvero una sorpresa per molti di voi come lo è stata per me.
E credo che, adesso che tutti sappiamo che anche noi bergamaschi abbiamo il nostro Quadrato del Sator, anche voi andrete a cercarlo e vi fermerete ad osservarlo, incantati.
E magari inizierete anche voi a studiarvelo per cercar di capire…
(1) Foto tratta da: News NIE libri online
(2) Foto tratta da: Conoscere per tutelare
(3) Foto tratta da: Fanpage
Le altre fotografie sono di Rosella Ferrari