Fedi e creato: il bene comune secondo gli Hare Krishna

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La preoccupazione verso l’evoluzione del rapporto tra uomo e ambiente interroga oggi tutti, anche le persone e le comunità che si riconoscono in una religione. In realtà, il rapporto tra spiritualità e creato ha radici profonde e antiche, con indicazioni anche nei Testi Sacri.
Per approfondire, abbiamo interpellato direttamente alcuni credenti, che ci offrono il loro punto di vista.

Elena Sarzilla


Di / Sylvie di Nunzio


La parola chiave:
gratitudine.

Nei testi sacri
: Il primo mantra della Śrī Īśopaniṣad
recita:

īśāvāsyam idam sarvaṁ
yat kiñca jagatyāṁ jagat
tena tyaktena bhuñjīthā
mā gṛdhaḥ kasya svid dhanam

“Il Signore possiede e controlla tutto ciò che esiste in questo universo, sia l’animato sia l’inanimato.
Noi dobbiamo quindi usare solo il necessario e prendere solo la parte che ci è stata assegnata, sapendo bene a chi tutto appartiene.”

Nella vita: Dovremmo sempre ricordarci di non essere proprietari di questo mondo e di rispettare ogni cosa o essere vivente in questo mondo come la proprietà del Signore Supremo (Krishna, Dio, la Persona Suprema), essendo grati a Lui per tutto ciò che ci mette a disposizione, ma rimanendo distaccati e offrendo i risultati o i frutti delle nostre azioni a Lui con amore e devozione.
Questa relazione amorevole e reciproca ci riempie di una felicità reale, quella spirituale ed eterna.

Naturalmente, cercheremo di vivere in modo semplice, ma sempre in accordo ruolo nella società secolare e in modo più ecologico e rispettoso possibile della natura e del pianeta.

Questa sobrietà ci permetterà anche di non invidiare ciò che il Signore ha dato ad altri e di vivere in armonia con i nostri simili.
Lo stesso spirito di non invidia e rispetto ci spinge a rifiutare l’uccisione di qualsiasi essere vivente ed il consumo di carne.
Inoltre, si offrono al Signore deliziosi piatti vegetariani cucinati quotidianamente, così come i fiori ricevuti in dono.



Babel – Bergamo Città dei Mille Mondi 
è la rivista semestrale gratuita delle Acli di Bergamo, nata all'interno del laboratorio di Molte Fedi per offrire alla cittadinanza uno strumento per conoscere e comprendere le trasformazioni della nostra città